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Metodi

La diffusione geografica e cronologica dell’esercizio della magia nel mondo antico si configura come particolarmente ampia e al contempo omogenea: a partire almeno dall’età imperiale, infatti, siamo di fronte ad una ‘koinè magica’ cui parteciparono molteplici ambiti linguistici e culturali, per i quali è possibile seguire una linea di diffusione da oriente verso occidente.

Centro di irradiazione di questo fenomeno, che arrivò ad abbracciare tutto il bacino del Mediterraneo e non solo, è stato l’Egitto greco-romano, nel quale l’interazione di diverse tradizioni ha dato origine a pratiche consolidate ed autorevoli; la circolazione delle modalità rituali e di testualità e formularità ad esse connessi è avvenuta, in gran parte, attraverso manuali magici di provenienza egiziana e scritti in greco.

Per tale motivo è imprescindibile approcciare lo studio degli aspetti linguistici dei testi di magia aggressiva, oggetto specifico del progetto, a partire dal corpus dei testi in greco, il quale costituisce non solo il dossier di maggiori dimensioni, ma anche la matrice linguistica della documentazione pertinente alle altre tradizioni culturali.

L’esercizio della magia aggressiva è noto attraverso le fonti letterarie e le testimonianze dirette rappresentate da due grandi classi di reperti: i papiri magici e le cd. tabellae defixionum.

I papiri magici greci coprono un ampio arco cronologico (dalla fine del IV sec. a.C. all’VIII d.C., con una concentrazione decisamente maggiore tra III e V sec. d.C.) e costituiscono la fonte fondamentale per la conoscenza delle pratiche magiche e religiose nell’Egitto greco-romano. All’interno della documentazione papirologica troviamo sia manuali magici, contenenti le istruzioni da seguire per svolgere i complessi rituali di preparazione (ivi comprese le formule da utilizzare), sia papiri di ‘magia applicata’, ossia testi legati all’esecuzione concreta dell’atto magico.

Anche le tabellae defixionum, lamine generalmente di piombo deposte perlopiù in luoghi ritenuti collegati con le divinità ‘infere’, rappresentano l’esecuzione pratica delle direttive contenute nei manuali magici. Si hanno testimonianze che vanno dal VI sec. a.C. a tutto il tardo antico (cfr. da ultimo Magical practice in the latin West, eds. F. Marco Simón, R. L. Gordon, Leiden, 2010), per sconfinare, con modalità diverse, fino al Medioevo. Le tabellae sono pertinenti a molteplici ambiti linguistico-culturali e sono redatte non solo in greco, ma anche in latino (secondo dossier defissorio per ampiezza), osco, iberico, etrusco, etc.

L’analisi dei testi di magia aggressiva sarà finalizzata all’individuazione delle strutture linguistiche, soprattutto sintattiche, e alla estrapolazione del materiale lessicale.

Infatti, benché il lessico utilizzato in questi testi rivesta una notevole importanza storico- culturale (e linguistica in particolare), esso non è mai stato indagato sistematicamente in nessuno dei domini linguistici in cui le maledizioni antiche sono testimoniate.

Il progetto si propone pertanto di raccogliere, descrivere e classificare il materiale lessicale di pertinenza esecratoria; al di là di alcuni termini prettamente magici, la maggior parte del lessico della magia aggressiva deriva dal lessico comune e trova specializzazione semantica in senso magico solo all’interno del contesto pragmatico di enunciazione; parte del lavoro sarà quindi dedicata all’individuazione di specializzazioni semantiche all’interno dei termini utilizzati nei testi in questione; saranno oggetto di valutazione anche i termini già potenzialmente usati con significato traslato per effetto di altri settori del lessico.

L'indagine sui termini relativi alla pratica defissoria contenuti nei testi greci chiarirà la strutturazione interna di questo settore di lessico e ne comprenderà la formazione e l'evoluzione in senso diacronico. Nonostante sia presente una certa fissità delle forme all’interno del genere testuale indagato, l’enorme estensione cronologica e geografica delle attestazioni fa infatti presumere la presenza di differenze diacroniche e diatopiche nel lessico e nel formulario dei testi, variabili di estremo interesse per la linguistica storica. Verrà quindi condotta un’analisi linguistica dei materiali volta ad individuare terminologia, formulario e caratteristiche linguistiche peculiari dell’ambito defissorio.

Il progetto prevede l’integrazione di competenze scientifiche differenti, strettamente collegate in prospettiva interdisciplinare ma metodologicamente distinte. Dal momento che le classi di materiali su cui i testi di magia aggressiva sono redatti sono sostanzialmente di tipo epigrafico o papiraceo, sono necessarie conoscenze nei due ambiti per procedere tanto alla selezione del materiale su cui concentrare la ricerca quanto alla valutazione dello stato editoriale dei materiali e alla riedizione dei testi per i quali una rilettura autoptica e un lavoro ecdotico si dimostrano imprescindibili.

A complemento delle attività precedentemente descritte, si sperimenterà, per uno specifico set di dati individuato dopo l’analisi linguistica, l’uso dell’ontologia CIDOC CRMtex per l’estrapolazione e la codifica in formato semantico dei dati testuali, al fine di consentire una più efficace disseminazione dei risultati della ricerca. Tale tecnologia è stata infatti sviluppata per codificare i concetti testuali e modellare il processo scientifico di ricerca legato allo studio dei testi antichi (epigrafici e papiracei in primo luogo) in formato semantico e Linked Open Data, al fine di migliorare l’integrazione con gli altri campi dei Beni Culturali.

La codifica CIDOC CRM, sviluppata dall’International Council of Museums, è utilizzata da molti progetti europei dell’ambito del Cultural Heritage (es. ARIADNE, PARTHENOS, etc.) e dal nostro MIBACT (es. progetto CulturItalia) quale standard per la descrizione degli archivi ai fini di una loro integrazione. Il progetto proposto sarebbe il primo ad utilizzare la codifica tramite l’estensione CRMtex, ufficializzata nell’agosto 2016 dagli organismi centrali del CIDOC e al cui team di sviluppo partecipa Francesca Murano; l’uso di questo strumento informatico potrà costituire un valore aggiunto per la produzione di risultati scientifici significativi, che permettano di sistematizzare la fruizione dei materiali trattati e, una volta inseriti nelle infrastrutture di ricerca e resi disponibili online, di consentirne l’accesso alla comunità scientifica. 

Ultimo aggiornamento

02.12.2020

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